Psicologia

Apriamo le menti dei nostri ragazzi

di Loretta Cavazzini

Noi psicologi diamo un grande rilievo alla formazione.

Attraverso una buona base formativa infatti è possibile sviluppare abilità per la vita adulta, arrivando a questa fase attrezzati ed in possesso degli strumenti necessari ad essere in grado di prendere decisioni, porsi degli obiettivi da raggiungere e sviluppare piani di azione. Per raggiungere tali obiettivi è necessario abituare ed allenare il ragazzo a riconoscere e saper gestire le sue emozioni.

Spiegargli quali sono i pregiudizi che rischiano di limitarlo o, peggio ancora, di bloccarlo e potenziare i fattori che gli torneranno utili per migliorarsi e crescere come persona.

In questa tappa la ricerca di identità del ragazzo/a è normale e quindi, proprio in questa fase, avranno luogo dinamiche che lo porteranno a prendere coscienza di chi è e delle straordinarie capacità di apprendimento che ha nelle sue mani.

Come possiamo noi adulti di riferimento essere d’aiuto?

Mettendo in atto tutti quei comportamenti che, con gradualità, lo porteranno a prendere coscienza del fatto che lei/lui stesso è il/la responsabile dei suoi atti e delle sue decisioni.

Come?

Mettendolo di fronte alla necessità di prendere decisioni importanti per il suo futuro, alla consapevolezza dell’importanza di far parte di un gruppo di pari (amici, compagni di scuola …) e non proteggendolo – se non lo stretto necessario – alle pressioni delle reti sociali di cui è inevitabilmente circondato.

Questi elementi, che a prima vista potrebbero sembrare piuttosto semplici, nella mente di un adolescente, formano un intrigo di non facile gestione.

Altra cosa importante da trasmettere ai nostri ragazzi è che alla loro età inizia ad essere  probabile che debbano – in varie circostanze – prendere delle decisioni e, proprio per questo, si rende indispensabile che sappiano con chiarezza cosa vogliono e come fare per concentrarsi sull’ottenimento del risultato, che inizino a comprendere cosa significhi guadagnarsi un ruolo da leader (abilità molto importante per quando poi diverranno adulti) chiave per l’apertura di nuove porte e possibili opzioni .

Di norma è diffusa l’idea che gli adolescenti siano poco empatici, invece hanno uno sviluppo molto alto dell’intelligenza emotiva e, non va dimenticato che l’intelligenza emotiva è due volte più importante delle competenze tecniche che, seppure eccellenti, non bastano ad un leader di successo, così come non basta un altissimo quoziente intellettivo (QI) . In realtà, la presunta “scarsa empatia” altro non è che il risultato del fatto che la loro empatia è molto selettiva. Gli adolescenti sono personaggi di rottura (nei confronti della famiglia, degli amici legati a periodi precedenti, rispetto a vecchi discorsi…) e solo per queste motivazioni, ai nostri occhi, sembrano poco o per nulla empatici.

Nostro compito è quello di trasmettere loro la capacità di riconoscere le proprie emozioni e saperle gestire senza venirne risucchiati, di riconoscere le emozioni altrui, saper gestire le proprie e interagire in modo costruttivo con li altri.

Altra competenza di fondamentale importanza è la tecnica attraverso la quale possano riuscire a sviluppare la capacità di concentrazione (molto importante ma spesso carente nella delicata fase adolescenziale), anche insegnando a concentrarsi sugli avvenimenti che gli accadono e al tempo stesso a far comprendere l’importanza del riuscire a vivere il presente senza arroccarsi su situazioni precedenti legate all’infanzia ne su possibili scenari esclusivamente futuri riducendo lo stress ed i relativamente frequenti problemi di insonnia che animano questa delicatissima fase della vita: l’adolescenza.

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