
di Loretta Cavazzini
Maltrattamenti e violenze sulle donne, all’interno di una relazione affettiva intima, rappresentano un fenomeno diffuso nella società, in tutti i Paesi del mondo e presente trasversalmente in tutte le classi sociali, senza esclusioni.
Attualmente però violenze e maltrattamenti sono divenuti una emergenza sociale che ha altissimi costi sotto vari punti di vista: quello personale, familiare, sociale; basti pensare alla violenza esercitata tra le mura domestiche ed alle ripercussioni sulle relazioni intime. Frequentemente, a meno che non si giunga al femminicidio, tali violenze o maltrattamenti sfuggono alle stime in nostro possesso e quindi, se non bloccati in tempo utile, rischiano di far lievitare il numero delle vittime. Sono migliaia le donne che quotidianamente vengono insultate, umiliate, aggredite, malmenate, perseguitate, abusate, ferite … e quelle che nel corso della propria vita hanno subito una o più delle molteplici forme di abuso, quasi sette milioni, secondo i dati Istat.
Si tratta di un problema di vastità inimmaginabile, ad esempio in Italia, dove oltre cento donne ogni anno vengono uccise da uomini, quasi sempre quelli che dichiarano poi pubblicamente di amarle e che hanno avuto con le stesse una relazione affettiva intima o familiare.
Il mio parere, come donna, psicoterapeuta e psicologa giuridica, è quello di consigliare a questa moltitudine di donne di rompere il loro doloroso silenzio, di denunciare, ovviamente con tutte le opportune precauzioni ma con determinazione.
Esistono molti modi per farlo, farsi seguire, innanzi tutto da un professionista, per evitare di incorrere in rischi, prima di denunciare un abuso di qualsiasi genere, a loro rivolto, raccogliere tutte le informazioni necessarie per, una volta iniziato il percorso, non arretrare mai, sia dal punto di vista giuridico che dal punto di vista comportamentale. Errori commessi nelle fasi di un processo di liberazione di questo tipo possono rendere vano lo scopo che si vuole raggiungere se non peggiorare la situazione dalla quale ci si vorrebbe giustamente affrancare.