Giurisprudenza

Consenso informato e prestazione psicologica ai minorenni

di Valentina Ferrara

Quando ci troviamo di fronte alla richiesta di presa in carico di un minore per prestazioni psicologiche o psicoterapeutiche, dobbiamo necessariamente far riferimento al Codice Deontologico, il cui articolo 31 recita:

Le prestazioni professionali a persone minorenni o interdette sono, generalmente, subordinate al consenso di chi esercita sulle medesime la potestà genitoriale o la tutela. Lo psicologo che, in assenza del consenso di cui al precedente comma, giudichi necessario l’intervento professionale nonché l’assoluta riservatezza dello stesso, è tenuto ad informare l’Autorità Tutoria dell’instaurarsi della relazione professionale. Sono fatti salvi i casi in cui tali prestazioni avvengano su ordine dell’autorità legalmente competente o in strutture legislativamente preposte“.

Questo significa che lo Psicologo, prima di erogare prestazioni professionali a minorenni, deve ottenere dai genitori o dal tutore esplicita autorizzazione attraverso l’accettazione e la firma del Consenso Informato. Tale consenso va espresso di persona, per cui i detentori della responsabilità genitoriale (in passato chiamata “potestà genitoriale”) devono firmare in presenza del professionista.

Casi particolari

Genitori separati:

Cosa accade se il minore è figlio di genitori separati ed è affidato in maniera esclusiva solo ad un genitore?

L’Articolo 337-quater del Codice Civile risponde alla nostra domanda:

Il genitore cui sono affidati i figli in via esclusiva, salva diversa disposizione del giudice, ha l’esercizio esclusivo della responsabilità genitoriale su di essi; egli deve attenersi alle condizioni determinate dal giudice. Salvo che non sia diversamente stabilito, le decisioni di maggiore interesse per i figli sono adottate da entrambi i genitori. Il genitore cui i figli non sono affidati ha il diritto ed il dovere di vigilare sulla loro istruzione ed educazione e può ricorrere al giudice quando ritenga che siano state assunte decisioni pregiudizievoli al loro interesse”.

Anche in questo caso, quindi, salvo specifiche disposizioni del Giudice, entrambi i genitori devono esprimere il consenso per i loro figli minorenni e nel caso in cui uno dei genitori, pur in accordo con la presa in carico del minore, si trovi impossibilitato ad esprimere il proprio consenso di persona, bisognerà rivolgersi al Giudice Tutelare per ottenere l’autorizzazione a procedere.

Le relazioni o certificazioni relative ad una valutazione di un minore dovranno, allo stesso modo, essere consegnate sempre in duplice copia ad entrambi i genitori.

Diversa è la situazione nel caso di affidamento “super-esclusivo”, in questo caso il Giudice autorizza il genitore affidatario a prendere decisioni in autonomia nell’interesse del proprio figlio.

Psicoterapia o percorso psicologico già in atto:

Può accadere di avere in carico un minore per un percorso di psicoterapia o supporto psicologico e che per qualsiasi motivo uno dei genitori o entrambi esprimano improvvisamente il dissenso, in questo caso, dopo aver spiegato al minore la situazione, il percorso dovrà essere interrotto.

Consulenza presso il consultorio familiare:

Il minore può recarsi presso un consultorio familiare in maniera autonoma per un singolo incontro con un professionista per avere un parere rispetto alla propria situazione specifica.

In questo caso, in assenza dei genitori, la legge prevede la possibilità per lo psicologo del consultorio di effettuare una singola seduta di consulenza con il minore, considerando quest’ultima come un singolo atto di ordinaria amministrazione. Tuttavia il professionista non potrà somministrare test né scrivere relazioni o formulare una diagnosi, potrà solo, eventualmente, rilasciare un certificato della singola seduta di consulenza.

Qualora nel corso dell’incontro emergano però elementi che facciano pensare alla necessità di prendere in carico il minore, il professionista dovrà informare il Giudice Tutelare o il Presidente del Tribunale per i Minorenni.

Lo psicologo a scuola:

All’interno del contesto scolastico, il minore può entrare in contatto con uno psicologo in situazioni diverse che richiedono quindi differenti procedure di accesso al servizio.

Nel caso in cui lo psicologo si trovi a realizzare un progetto o uno Sportello Psicologico inserito nel piano dell’Offerta Formativa, i genitori ne prendono visione al momento dell’iscrizione ed esprimono o meno il loro consenso al servizio, in tal caso durante l’anno scolastico il minore autorizzato potrà accedervi senza un ulteriore coinvolgimento dei genitori.

Qualora lo psicologo si trovi invece a proporre un progetto non inserito nel POF e quindi non precedentemente autorizzato, il consenso genitoriale sarà obbligatorio per effettuare gli interventi in classe.

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