
di Valentina Ferrara
Accade spesso che di fronte ad eventi difficili da affrontare, si tenda ad evitare di spiegarli ai bambini “giustificandosi” col dire “tanto non capiscono”.
Questo è un errore molto comune da parte degli adulti che sottovalutano le competenze dei bambini i quali si differenziano dai grandi solo nelle modalità con cui comprendono, affrontano e gestiscono gli eventi e le emozioni ed essi correlate.
Quando un bambino percepisce tensioni, incongruenze, cambiamenti ma non riceve alcuna spiegazione, colma l’assenza di informazioni con la fantasia e cerca di darsi un senso “da solo” a ciò che accade.
Nel caso della separazione genitoriale, il bambino coglie la conflittualità e le emozioni esplicitate o meno dai propri genitori e cerca di interpretare la realtà con gli strumenti cognitivi ed emotivi che ha a disposizione: potrebbero quindi colpevolizzarsi, pensare che il genitore che esce di casa sparirà per sempre o non gli vuole più bene.
Tenendo conto delle diversità e specificità di ogni situazione e anche delle diverse età del bambino, ci sono alcune strategie che sarebbe bene adottare e alcuni comportamenti da evitare per rendere questa nuova realtà più facile da gestire, soprattutto per i figli.
Cosa fare.
- La prima cosa da fare per aiutare i figli ad affrontare la separazione dei genitori e spiegargli cosa è accaduto e cosa accadrà, con parole adatte alla loro età. Questo è utile sia per aiutarlo a comprendere e sia per rassicurarlo rispetto al fatto che i genitori, seppur separati, continueranno ad essere per lui figure di riferimento e sempre presenti nella sua vita;
- Rispondere a tutte le domande rispettando i loro tempi, evitando di incolpare l’altro genitore, anche se lo si ritiene responsabile, ed incoraggiandoli ad esprimere le proprie emozioni;
- Spiegare loro che IN NESSUNO MODO sono responsabili di quanto accaduto e che la separazione è stata valutata come la migliore scelta possibile per poter continuare a svolgere il loro ruolo genitoriale al meglio e per vivere tutti più serenamente;
- Aiutarli a gestire, nel rispetto dei loro tempi e supportandoli, i lutti legati a possibili trasferimenti, cambi di scuola, perdita di amici ecc…;
- Introdurre i cambiamenti nella vita dei figli gradualmente, ove sia possibile, prepararli all’uscita di casa di un genitore, al cambio di casa/quartiere/città, ai nuovi eventuali partner.
Cosa evitare
- Evitare di parlare male dell’altro genitore, anche se lo ritenete responsabile della fine della relazione, e fare attenzione anche alle comunicazioni implicite in tal senso; i figli amano entrambi i genitori – gli unici che hanno – e sentire che uno dei due o entrambi odino l’altro li colloca inevitabilmente in un conflitto di lealtà dove si sentono costretti a “prendere le parti” dell’uno o dell’altro per non farli soffrire mettendo a tacere i propri bisogni e le proprie emozioni;
- Non far assistere i figli alle discussioni e/o litigate tra ex partner chiedendo implicitamente o esplicitamente di schierarsi con l’uno o con l’altro, si eviterà in questo modo di caricarli di una responsabilità più grande di loro che genera solo sofferenza e rabbia;
- Evitare di comunicare attraverso i figli, rendendoli messaggeri di richieste, lamentele, rimproveri dell’uno verso l’altro (pagamento degli alimenti, aumento o riduzione delle visite…). Quando ci sono difficoltà comunicative tra i due genitori, la cosa migliore è affidarsi ai propri legali di riferimento;
- Evitare di utilizzare i figli come “merce di scambio” (“se non mi dai gli alimenti non ti faccio vedere tuo figlio”), allo stesso modo dei comportamenti precedenti, situazioni di questo tipo strumentalizzano i bambini privandoli del loro diritto a viversi il rapporto con l’altro genitore;
- Non usare i figli come confidenti o come consolatori dei propri vissuti emotivi, questo comportamento punta a creare una relazione simbiotica con il figlio per compensare la perdita del partner, li mette di fronte al conflitto di lealtà e crea un’inversione di ruolo tra genitore e figlio dove quest’ultimo si trova costretto a prendersi cura dell’altro mettendo da parte i propri bisogni;
- Non delegare al figlio la scelta dei modo e tempi della frequentazione con il genitore, questa modalità rappresenta una delega della funzione di regolazione genitoriale;
- Non interrompere, nei limiti del possibile, i rapporti con le famiglie di origine dell’ex partner (nonni, zii, cugini…), sensibilizzare la propria famiglia di origine a non frasi trascinare dal conflitto e a mantenersi neutrali rispetto all’altro genitore, cercare di utilizzare questi membri familiare come risorse per supportare il sistema familiare in via di separazione.
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